Come risolvere i problemi da inquinamento odorigeno: 3 soluzioni tecniche

Pubblicata da GeoNose il 9 Gennaio 2020
Approfondimento

Quali sono e come funzionano i sistemi principali per abbattere gli odori molesti 

I metodi per misurare gli odori in Italia si basano sulla normativa UNI EN 13725:2004. Ne abbiamo parlato dettagliatamente in questo articolo.

Ma una volta compresa l’entità del problema, come si può procedere all’abbattimento delle emissioni odorigene?

Chiaramente non esiste una soluzione assoluta, in grado di adattarsi a tutte le situazioni. Tuttavia è possibile definire almeno 3 soluzioni tecniche principali che sono: 

  • gli scrubber;
  • le barriere osmogeniche;
  • i biofiltri.
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Come funzionano gli scrubber

Gli scrubber sono dei sistemi di abbattimento che prevedono sostanzialmente il lavaggio dei fumi originati da una produzione. 

Le emissioni, odorigene e non, vengono aspirate e captate con apposite tubazioni, vengono poi convogliate in uno o più silos al cui interno vengono spruzzati uno o più composti chimici in soluzione acquosa, che letteralmente lavano l’aria dagli inquinanti presenti. I composti più comuni sono in genere l’Acido Solforico, l’Idrossido di Sodio (Soda Caustica) e l’Ipoclorito di Sodio (Varechina). 

Dosaggi e modalità di diffusione dei composti all’interno dello scrubber dipendono molto da caso a caso e vanno adattati alle diverse situazioni. In molti casi già un lavaggio dei fumi odorigeni con semplice acqua potrebbe essere sufficiente. Le soluzioni, dopo diversi ricircoli all’interno dello scrubber, esauriscono la loro efficacia e vengono sostituite. Le soluzioni esaurite devono poi essere smaltite in appositi impianti di trattamento reflui. 

In genere questi sistemi forniscono un’efficienza di abbattimento compresa tra il 50 e il 70%. Il vantaggio principale è che in genere richiedono poco spazio per la loro installazione e permettono di trattare correnti ad alta temperatura ed umidità. Gli svantaggi sono legati all’alto consumo energetico per il funzionamento e alla necessità di smaltire adeguatamente le acque di lavaggio.

Le barriere osmogeniche

Le barriere osmogeniche sono una delle soluzioni più duttili presenti sul mercato, almeno dal punto di vista dell’applicabilità nello spazio. 

Si tratta sostanzialmente di reti di ugelli che, grazie ad un sistema di dosaggio e ad una pompa, spruzzano apposite soluzioni neutralizzanti sulle aree odorigene da trattare. Appare quindi chiaro che un tubo con degli ugelli equidistanziati può essere installato con relativa semplicità in molte situazioni, adattandosi anche a sorgenti odorigene diffuse, come portoni, lucernai, vasche, cumuli, ecc…, il cui trattamento sarebbe impossibile con altri metodi. 

Le soluzioni utilizzate consistono sostanzialmente in acqua e composti neutralizzanti. Tali composti hanno la capacità di ‘intrappolare’ le molecole odorigene rendendole irriconoscibili all’olfatto umano. 

É molto importante installare correttamente le barriere in modo che garantiscano di riuscire a coprire tutta l’area che dà origine all’emissione, affinchè la soluzione spruzzata dagli ugelli interagisca in modo completo con gli inquinanti emessi. I test che abbiamo condotto consentono di determinare efficienze di abbattimento superiori al 75%.

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I biofiltri

La terza soluzione tecnica sono i biofiltri. Tale soluzione risulta senza dubbio la più diffusa per gli impianti di trattamento di materiale organico, come ad esempio gli impianti di compostaggio. 

Anche in questo caso l’aria odorigena da trattare viene convogliata al fondo di una vasca in cemento e distribuita in maniera omogenea. Al di sopra è presente il cosiddetto letto filtrante, ovvero un ‘materasso’ spesso oltre un metro di scaglie di legno mantenute sempre umide. Sulla superficie di queste scaglie si sviluppa una flora di microrganismi che si ‘cibano’ delle molecole odorigene dell’aria che transita attraverso il letto. Questo sistema di trattamento, relativamente semplice, può superare il 95% di efficienza di abbattimento degli odori dimostrando quindi un’efficacia quasi assoluta. 

I biofiltri però richiedono molta cura nella fase di gestione, i microrganismi ospiti infatti non prosperano con temperature troppo elevate o se non sono mantenuti alla giusta umidità, inoltre non sono in grado di trattare tutti gli inquinanti che eventualmente possono essere presenti nell’emissione trattata. 

Come si può facilmente capire, le diverse soluzioni si applicano in casi differenti, a seconda della tipologia del problema e dell'ambito produttivo. Una consulenza specialistica può sicuramente aiutare nel comprendere quale sistema è più adatto per abbattere efficacemente le emissioni di odori molesti.