I gas naturali, e in particolare il biometano, vanno analizzati in laboratorio per stabilire se possono essere immessi nelle reti di trasporto e distribuzione
Quando c’è la necessità di verificare e determinare il grado di odorizzazione dei gas combustibili, la tecnica sensoriale utilizzata è la rinoanalisi.
Questa tipologia di analisi (che si basa sulla norma UNI 7133) negli ultimi anni ha trovato la sua principale applicazione nella verifica della corretta odorizzabilità del biometano.
Cos'è il biometano
Il biometano è per macro-composizione e caratteristiche energetiche del tutto simile al gas naturale, e per questo può essere immesso nelle stesse reti di trasporto e distribuzione.
Le principali differenze tra le due miscele stanno nell’origine (rinnovabile la prima e fossile la seconda) e nella micro-composizione.
Il biometano deriva infatti dal processo di purificazione (detto upgrading) del biogas, che a sua volta viene ottenuto mediante digestione anaerobica di qualsiasi matrice organica.
Quando il biometano può essere immesso nelle reti?
Data la varietà delle possibili materie prime da cui è ottenuto il biometano, anche se il contenuto in metano può superare il 98%, al suo interno può contenere in traccia delle sostanze che possono alterare l’effetto degli odorizzanti normalmente impiegati per l’odorizzazione del gas naturale.
Ed è qui che interviene la rinoanalisi. Attraverso questa tecnica, l’unica utilizzabile per questo caso specifico, si stabilisce se il biometano può essere immesso in rete ed utilizzato o meno.
La rinoanalisi può anche essere utilizzata per effettuare studi su specifici odorizzanti (ad esempio senza contenuto di zolfo) o su specifiche sostanze, al fine di determinare la loro soglia di interferenza.
La Camera rinoanalitica
Per quest’ultima applicazione, tra il 2017 e il 2018 il laboratorio LOD (che ha dato vita anche alla piattaforma digitale Geonose) ha partecipato ad uno studio promosso da Hera e Italgas che è stato presentato per la prima volta a Bologna in occasione dell’inaugurazione dell’impianto di Sant’Agata Bolognese (uno dei primi impianti di biometano attivi in Italia).
Da allora LOD ha attivato una Camera rinoanalitica unica nel suo genere.
La Camera, così come previsto dalla normativa, è un locale confinato di circa 20 m³, interamente rivestito di fogli di alluminio per evitare l’assorbimento di odori, dotato di un sistema di omogeneizzazione e di ricambio dell’aria, di un punto di immissione del gas da analizzare, di un punto di prelievo e di una piastra riscaldante per l’evaporazione dell’odorizzante da utilizzare in fase di test.
LOD è il primo laboratorio in Italia ad essersi accreditato Accredia con la norma UNI 7133-3:2019 e, anche se attivo da relativamente poco tempo, ha maturato una notevole esperienza nel settore.
Un punto di riferimento importante per verificare e determinare il grado di odorizzazione dei gas combustibili, come il biometano.