Se ci chiediamo chi deve vigilare in Italia sulle emissioni odorigene, la risposta sicuramente non sarà univoca.
La nostra ingarbugliata situazione legislativa relativa al problema odore, riguarda anche la definizione di chi dovrebbe occuparsi della vigilanza sulle emissioni odorigene; compito che attualmente non è assegnato in maniera chiara a nessun organo pubblico.
In generale le problematiche odorigene possono essere classificate in due macrocategorie: quelle conclamate e già gestite e quelle che ancora non si sono del tutto manifestate e che non sono state gestite preventivamente.
Cerchiamo di capire di seguito le differenze delle due situazioni.
Molte industrie, allevamenti e impianti di varia natura, affrontano preventivamente la problematica odorigena già in fase di rilascio delle varie autorizzazioni ambientali necessarie per l’esercizio.
In questi casi l’ente che rilascia l’autorizzazione (Regioni, Province o lo Stato), collaborando con gli organismi tecnici preposti (ARPA e ASL), impone preventivamente delle contromisure che l’azienda deve mettere in pratica obbligatoriamente per lavorare con la minima emissione di odori possibile. Contestualmente, in genere, vengono anche imposti dei limiti alle emissioni, in termini di concentrazione di odore. Nelle autorizzazioni spesso vengono anche elencate le procedure che l’azienda deve mettere in pratica qualora, nonostante tutto, vi siano lamentele conclamate da parte della popolazione residente prossima all’impianto. In questi casi l’organo competente alla vigilanza risulta l’ARPA.
Si tratta della casistica più complessa, ma forse anche la più diffusa. Vi fanno parte tutte le situazioni di molestia legate ad emissioni occasionali, non trattate, legate a malfunzionamenti o a cambiamenti di produzione.
Ne sono classici esempi le emissioni delle attività di ristorazione, spandimento di liquami agricoli, ecc..
In questi casi non esiste un organo competente univoco per la vigilanza, e in un certo qual senso la vigilanza attiva sul territorio è demandata alla popolazione. È la popolazione che, di fatto, si occuperà di segnalare le situazioni critiche.
In generale, in caso di molestie odorigene relative ad industrie, allevamenti o situazioni analoghe, la segnalazione va fatta al Sindaco del comune di pertinenza, spetterà poi a lui coinvolgere eventualmente ARPA o ASL.
Qualora le emissioni maleodoranti provengano da attività di spandimento liquami è opportuno contattare la Polizia Locale o i Carabinieri Forestali. In questi casi però non sempre è possibile intervenire, in quanto l’emissione è legata a normali attività agricole, permesse in certi periodi dell’anno e in certi orari.
Sul web è possibile trovare, sui molti siti istituzionali, l’indicazione di chi sia opportuno chiamare, in base alle varie problematiche.
A titolo di esempio segnaliamo di seguito alcuni casi frequenti che i tecnici comunali si trovano a dover affrontare (così come riportati dall'ARPA Toscana).
Se si temono problemi di sicurezza ci si deve rivolgere ai Vigili del Fuoco. L'ARPA, se attivata dal Comune, potrà effettuare i propri controlli ai sensi della LRT 30/2009.
La norma distingue i diversi insediamenti ai fini delle autorizzazioni e quindi del controllo:
Dopo una prima valutazione da parte del Comune, potrà essere coinvolta l'ARPA e nel caso di timori per la salute e per gli aspetti igienico – sanitari è opportuno rivolgersi all'Azienda Sanitaria Locale o Dipartimento della Prevenzione.
Il Comune richiede il supporto per il controllo alla ASL, in quanto la verifica dello stato igienico e delle condizioni di custodia degli animali è di competenza dell'Azienda Sanitaria e del Servizio Veterinario, che potrà attivare ARPA per specifiche attività tecniche.
Nei casi di emergenza è necessario contattare gli enti di primo soccorso: Vigili del fuoco, il 118, le strutture della Protezione Civile.
Un'emergenza è di fatto una situazione critica causata da un evento che espone a pericoli per la immediata incolumità delle persone e/o dei beni/strutture e/o dell’ambiente. Richiede quindi un intervento immediato e urgente per essere gestita e riportata alla normalità.
Il Comune potrà chiedere al gestore della fognatura di verificarne la funzionalità e ad ARPA di effettuare controlli. Potrà, eventualmente, anche attivare l'Azienda Sanitaria Locale o il Dipartimento di Prevenzione, per gli aspetti igienico-sanitari.
Per una prima valutazione il Comune si rivolge al gestore del servizio di raccolta e smaltimento rifiuti pertinente nel proprio territorio. In un secondo momento si potrà eventualmente coinvolgere l'Azienda Sanitaria Locale o il Dipartimento di Prevenzione per eventuali aspetti igienico-sanitari.
È l'ARPA ad occuparsi del monitoraggio della qualità dell'aria attraverso una rete regionale di rilevamento.
Vengono registrati quotidianamente i dati relativi agli inquinanti misurati con le centraline collocate sul territorio. Nei siti regionali dell'ARPA è possibile trovare tutte le informazioni e le mappe sulla qualità dell'aria.